Il Mesotelioma Peritoneale, una carcinosi che deriva direttamente dal foglietto peritoneale, è un tumore molto raro. Il 20% di tutti i mesoteliomi sono peritoneali. Colpisce più frequentemente il sesso maschile. Non esiste una precisa correlazione fra asbesto e malattia come nella forma pleurica: tale mancata corrispondenza è soprattutto valida nelle donne.
Il trattamento con chemioterapia sistemica è basato sull’utilizzo di farmaci singoli, quali epirubicina, o in associazione, come nel caso di cisplatino e pemetrexed (Alimta). Tale terapia consente risultati transitori che non influiscono in modo significativo sull’aspettativa di vita. La mediana di sopravvivenza per tale neoplasia varia infatti tra i 6 ed i 15 mesi. Gli elementi prognostici più importanti sono il tipo istologico (l’epiteliomorfo è il meno aggressivo) ed il Ki67 (MIB1).
In occasione della Consensus Conference sulle Carcinosi Peritoneali del 2006 è stato identificato quale trattamento standard del mesotelioma peritoneale epiteliomorfo l’approccio combinato con chirurgia citoriduttiva associata a HIPEC. Tale procedura ha consentito di raggiungere mediane di sopravvivenza superiori ai 50 mesi e, in alcuni casi, delle guarigioni.
La strategia terapeutica ed i risultati sono fortemente condizionati dal valore del Ki67 e dall’interessamento miliare e diffuso del piccolo intestino e del suo mesentere (il tessuto all’interno del quale passano i vasi sanguigni).